E' davvero una fortunata coincidenza quella che ci consente di parlare dell'ennesima consacrazione "ufficiale" del "Marvel made in Italy" proprio nel post numero 600 del nostro blog. Come abbiamo avuto già modo di riportare attraverso i vari social network su cui siamo attivi, infatti, nella giornata di Domenica 30 Marzo il quotidiano "La Repubblica" ha dedicato una bella pagina doppia nella sezione "Spettacoli" al ventesimo anniversario di Marvel Italia ed al progetto delle "variant XX", allargando di riflesso il discorso al successo dei disegnatori nostrani sul panorama americano. Una consacrazione, quella dei nostri connazionali, frutto di talento e abnegazione, premiati dalla ferrea meritocrazia che sta alla base delle logiche lavorative nel mercato statunitense. Il pezzo "Spider-Man l'italiano" a firma di Francesco Fasiolo, la cui foto su carta stampata apre il nostro articolo, con una splendida immagine di "Spider-Man a Roma" realizzata da Sara Pichelli appositamente per l'occasione, è adesso leggibile gratuitamente on line sul sito della testata ed ha generato anche il breve servizio video "Perché Spider-Man adesso parla italiano" che potete visionare più in basso.
Questo ennesimo riconoscimento su scala nazionale naturalmente ci fa molto piacere, ma al tempo stesso ci porta ad interrogarci sulla funzione del nostro progetto. La natura di tutto ciò che è "Marvel made in Italy", dai due volumi usciti per Panini Comics sino alle più recenti incarnazioni digitali sulle varie piattaforme, infatti, è quella di un veicolo di informazioni e materiali per promuovere e rendere nota l'attività dei disegnatori italiani Marvel. Il nostro progetto, però, è nato quasi 7 anni fa, quando gli autori nostrani al lavoro per la "Casa delle Idee" erano davvero pochi e nessuno ne sapeva quasi nulla, neppure gli appassionati di fumetti più incalliti. Ma ormai la presenza dei nostri connazionali sui fumetti di Spider-Man & soci è a dir poco costante e la loro importanza è stata "sdoganata", commentata e fatta conoscere da fonti di informazione ben più importanti e diffuse del nostro piccolo progetto amatoriale, gestito solo per passione e nel tempo libero, con una "struttura" che in realtà è sinonimo di un semplice "one man band".
Dunque, mentre noi stessi ci interroghiamo in questo senso, vogliamo chiederlo anche a voi lettori: c'è davvero ancora bisogno di "Marvel made in Italy"? E, in caso di una risposta positiva, è giusto continuare come abbiamo fatto finora o forse è meglio cambiare? E come? Prenderemo a breve la nostra decisione, ma vi invitiamo a farci sapere cosa ne pensate, con consigli e critiche, commendando questo nostro seicentesimo post o tramite Facebook e Twitter.
Nessun commento:
Posta un commento