Alla fine della scorsa settimana siamo riusciti a mostrarvi in anteprima assoluta la copertina disegnata da Daniele Caluri per l'edizione variant di "Avengers" # 5. Come promesso in quella stessa occasione, oggi abbiamo il piacere di pubblicare anche un'intervista esclusiva al disegnatore livornese, per conoscerlo meglio e per saperne qualcosa in più su questo suo primo impegno professionale sugli eroi della Marvel, dopo tanti apprezzati lavori per il mercato italiano e francese. Prima di lasciarvi alla lettura, ringraziamo l'autore per la sua gentilezza e la sua disponibilità: non solo ci ha concesso questa interessante intervista, ma ci ha anche permesso di presentare la versione in bianco & nero dell'immagine. Vi invitiamo ad andare a conoscerlo di persona allo stand Panini Comics di "Lucca Comics & Games", per scambiare quattro chiacchiere con lui e farvi autografare una copia dell'albo.
Come ti sei avvicinato al mondo del fumetto, sia da lettore che
da autore?
È accaduto da che ho memoria. Ho imparato a leggere a 3 anni con
i fumetti e da quel momento ho desiderato farne. Da piccolo, ma
anche da ragazzo, ne ho macinati a quintali e tuttora conservo il
gusto di leggere gli albi che m’incuriosiscono maggiormente.
Quanto all'essere autore, l'origine di tutto sta molto
banalmente fra i banchi di scuola, in prima liceo, quando con altri
amici ci divertivamo a scambiarci vignette durante le materie più
pallose. Una di queste la imbucai nella cassetta delle lettere del "Vernacoliere" e da lì è iniziata una collaborazione durata 26 anni.
Il resto è una serie di catapulte: i fumetti pubblicati sul "Vernacoliere" mi hanno fatto notare da Alfredo Castelli, che mi ha
portato in Bonelli e da lì le altre collaborazioni, con la Francia,
con la Panini, etc…
Sei mai stato e, magari, sei ancora un appassionato di comics
Marvel? Quali sono i tuoi autori, personaggi e saghe
favoriti?
Lo sono stato da adolescente, quando ero incuriosito dai diversi
generi che si potevano trovare in edicola, dai diversi disegnatori e
stili che c’erano nel mondo, dalle varie scuole, e io cercavo di
capire e apprendere da tutti. Troppi, forse, ma questo è un altro
discorso. Degli sceneggiatori non ricordo granché, tranne l’apporto
di Claremont agli X-Men, il gruppo che trovavo più interessante, e
di Miller con Devil. Principalmente ero affascinato dal versante
grafico: mi affascina(va)no le soluzioni pittoriche di Sienckiewicz,
Jon J. Muth, Kent Williams, mentre Alex Ross non mi ha mai detto
granché, come tutti quelli che si attengono troppo strettamente al
ricalco fotografico, cosa che purtroppo sembra andare particolarmente
di moda in questo momento. Preferisco l’interpretazione personale,
a costo di deformazioni e licenze nel disegno.
Oggi mi piacciono particolarmente Garth Ennis, Jason Aaron e Ed
Brubaker quanto alla scrittura, mentre sul fronte del disegno giudico
eccezionale il lavoro di Goran Parlov.
Puoi rivelarci qualche “dietro le quinte” sulle genesi
della tua variant cover per “Avengers” # 5? Come è nata l'idea e
come l'hai portata a compimento, dal punto di vista creativo e
tecnico?
Mi piacerebbe millantare manovre nascoste e scoop siderali che mi
hanno portato alla cover, magari romanzando le varie tappe. Ma
purtroppo non c’è granché da dire, se non che Sara Mattioli e
Nicola Peruzzi, in piena scadenza del numero 11 di "Nirvana", mi hanno
chiesto se volessi cimentarmi nella realizzazione di una variant
cover dei Vendicatori. Ero in ritardo con gli extra di Nirvana e non
sapevo se mi sarebbe bastato il tempo, ma Sara e Nicola, astutamente,
mi hanno detto che avrei avuto licenza di interpretazione. In breve,
che avrei potuto farla umoristica, con un tratto grottesco. Non ce
l’ho fatta a dire di no.
Unico retroscena: nella versione originale a Hawkeye, che si
prende una scudata nel viso da Cap, partiva qualche goccia di sangue
dal naso. Ma, pensando alla politica editoriale della Marvel, che
avrebbe dovuto approvare la cover, mi hanno chiesto di toglierle.
Niente di che.
Sarai ospite
allo stand Panini Comics di "Lucca Comics" per autografare l'albo. Cosa ti aspetti
dall'incontro con i “Marvel fan” rispetto ai tuoi abituali
lettori?
Non ne ho la più pallida idea. Potrebbero acclamarmi salutando la
variant con osanna fortissimi in mio onore o prendermi a seggiolate
per aver offeso la loro sensibilità e le loro aspettative. Nel
secondo caso, mi presenterò almeno con un elmetto Magneto-style.
Ti piacerebbe in futuro metterti di nuovo alla prova sui
super-eroi della “Casa delle Idee”, magari disegnandone anche
qualche storia, oltre ad eventuali copertine? Potendo scegliere, su
quale personaggio ti piacerebbe lavorare ed in compagnia di quale
sceneggiatore?
Beh, come dire di no. Mi piacerebbe, certo, anche se non in
maniera assidua. Sarei indubbiamente esaltato all'idea di disegnare
una storia o un breve ciclo di storie. Quanto ai personaggi, non amo
particolarmente quelli semi-divini o comunque potentissimi, alla Thor
per intenderci. Mi piacerebbe mettermi alla prova con qualche
villain, Bullseye per esempio, o Kingpin. O il Punitore, personaggio
a cui Ennis ha saputo dare sfumature inedite, pur senza snaturarne la
natura da psicopatico. Dai, avvisate Ennis, che immagino non avrà
niente di meglio da fare, se scrive per me una miniserie di 4 numeri
con Kingpin e il Punitore e mi ci metto anima e corpo.
Per chi già ti conosce come autore di “Don Zauker” e di
“Nirvana” o per i tuoi lavori su "Martin Mystere" e "Dylan Dog", puoi
rivelare qualcosa sui tuoi futuri progetti?
Nel carniere c’è tanta roba: Panini ci ha chiesto la terza
stagione di Nirvana, che però faremo uscire dopo una pausa di
qualche mese dalla fine della seconda. Con Emiliano Pagani, poi,
abbiamo anche intenzione di fare un terzo albo di "Don Zauker", anche
se non sappiamo ancora quando.
Sul versante Bonelli, infine, sto ultimando un albo della collana
“Le storie”, su sceneggiatura di Paola Barbato. Credo che uscirà
nella prima metà del 2014 (l’albo, non la Barbato). Dopodiché
passerò a Dylan, di cui, con Roberto Recchioni, faremo il seguito
del “Giudizio del corvo”.
Infine, cercando on line un tuo sito di riferimento, ci siamo
resi conto che non sei molto attivo in rete. Non hai tempo da
dedicare a questa forma di comunicazione o c'è qualche altro motivo
che ti tiene lontano dal “world wide web”?
Un mio sito di riferimento c’è, ed è danielecaluri.com, che in
verità non aggiorno da troppo tempo. Inoltre ho donzauker.it e
nirvanacomics.it, che gestisco insieme a Emiliano Pagani.
Se invece per attività in rete intendi la scarsa presenza nei
social forum non posso che darti ragione: non ho un profilo Facebook,
né Twitter, né d’altro tipo. E tutto sommato, come supponi
giustamente, ciò è dovuto davvero al tempo che mi manca.
Naturalmente, si vive nel momento storico che ci capita, e fuggire
dai mezzi a nostra disposizione è antistorico. Sono perfettamente
cosciente che il cogito ergo sum di cartesiana memoria oggi è
diventato “twitto, dunque sono” e che la presenza o meno di un
qualsivoglia autore nei sf contribuisce a determinarne la percezione
che di lui si ha all'esterno. Non so questo se sia un bene o un
male, ma la presenza in rete, di fatto, è diventata parte
integrante del lavoro.
Tuttavia, per quanto talvolta legga status interessanti o opinioni
discutibili, che mi piacerebbe commentare abbandonandomi a thread
lunghissimi, ripeto: la mancanza di tempo e spesso anche di interesse
mi fa desistere.
Me ne farò una ragione.
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